sospeso dal tar il decreto su cbd a uso orale

si tratta di una sospensiva, non dell'annullamento del provvedimento contestato

Il giudice amministrativo ha accolto l'istanza cautelare sollecitata nel ricorso di alcune società che chiedono l'annullamento del decreto, sospendendolo fino al giudizio di merito atteso a dicembre

data di pubblicazione:

17 Settembre 2024

Il Tar del Lazio, con un’ordinanza depositata l’11 settembre, ha sospeso il decreto del ministero della Salute del 27 giugno con cui si proibiva la somministrazione a uso orale di CBD.  Il giudice amministrativo ha accolto l’istanza cautelare sollecitata nel ricorso di alcune società che chiedono l’annullamento del decreto. Tuttavia, si tratta di una sospensiva, non dell’annullamento del provvedimento contestato. Sarà solo il giudizio di merito del TAR a dire la parola finale sulla vicenda.

“Il tribunale amministrativo, nella sua ordinanza, mette in luce “la peculiarità della vicenda contenziosa” e i “risvolti che coinvolgono un’intera filiera che va dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti contenenti estratti di cannabis“. Alla luce di ciò, ha ritenuto “nelle more, di darsi prevalenza alle esigenze di mantenimento della ‘res adhuc integra’ fino alla pronuncia con piena cognizione, come la complessità delle questioni poste richiede, tenuto anche conto del pregiudizio lamentato da parte ricorrente, caratterizzato non solo da profili economici e patrimoniali, comunque rilevanti, ma dalla necessità di riorganizzazione e di riassetto di un intero settore onde non incorrere in responsabilita’, tra cui in particolare quella penale, degli operatori”.
Per questo motivo, la decisiva udienza di merito si terrà il 16 dicembre prossimo.

Interviene intanto il governo precisando che non ci sono connessioni tra  sentenza del Tar su CBD e norma sulla canapa.
“Il decreto del ministero della Salute che ha inserito il Cbd nella tabella dei farmaci, sez B del DPR 309/90 – oggetto dell’intervento del Tar del Lazio – non ha alcuna connessione con l’emendamento sulla cannabis all’art. 18 del Ddl Sicurezza.

Tale emendamento infatti interviene – come già spiegato ieri in una nota del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del consiglio – per recepire la sentenza della Corte di Cassazione n. 30475 del 30 maggio 2019, che mantenendo la commercializzazione dei derivati da inflorescenze (marjuana) e resina (hashish) “sottoposta alla disciplina del DPR n. 309 del 1990″, la esclude dalla legge n. 242/2016, che prevede la sola liceità della coltivazione della cannabis per altre finalità, tassativamente indicate dalla legge medesima”, si legge.”

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