sex addiction e possibili inquadramenti diagnostici

dal 3 al 6% della popolazione generale presenta una sintomatologia riconducibile ad una Sex addiction

Attualmente la SA non è riconosciuta a livello internazionale come un disturbo da addiction, nonostante numerosi studiosi ne sottolineino le similitudini con altre dipendenze patologiche comportamentali come il gioco d'azzardo. 

data di pubblicazione:

20 Agosto 2024

Nella sezione “nuove dipendenze” della rivista Dal Fare al Dire n.2 del 2024 un articolo affronta il tema del Sex addiction (SA) e del suo inquadramento diagnostico. Ad oggi non c’è un accordo a livello internazionale sul suo inquadramento, che può rientrare nel disturbo ossessivo compulsivo, nel discontrollo degli impulsi o nell’area delle dipendenze patologiche.

Attualmente la linea di inquadramento dell’ipersessualità come disturbo del controllo degli impulsi è quella condivisa dall’ICD 11, intendendolo come “incapacità di resistere ad un impulso, ad un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un’azione pericolosa per sé  o per gli altri” (WHO 2019).

Se il comportamento sessuale da sempre è stato oggetto di studi da parte della psichiatria e della psicologia, è dalla fine del secolo scorso che alcuni studiosi hanno cercato di proporre diverse definizioni del fenomeno. Questo con la finalità di proporre una classificazione che potesse essere presa in considerazione dai principali manuali diagnostici internazionali fungendo da guida nella diagnosi per psichiatri e terapeuti.

Tra questi studiosi figurano Goodman (1998) e Patrick Carnes. Il primo propose una check listi di 7 criteri, con la presenza di almeno tre per fare una diagnosi di SA. Criteri che in gran parte ricalcano quelli necessari attualmente per la definizione di un Disturbo da Uso di Sostanze.

Il secondo, Carnes, qualche anno più tardi, inserisce nella sua check list anche alcuni criteri di Goodman, ma per lui, per poter definire una SA risulta essenziale una compromissione in aree personali significative della vita del soggetto. Entrambi gli autori sono considerati delle pietre miliari per chi studia e lavora sulla SA in generale.

Per quanto riguarda la SA nei manuali diagnostici ci sono diversi approcci. Nel DSM IV TR non è presente una categoria diagnostica dedicata, ma la SA viene inserita all’interno dei “Disturbi sessuali non altrimenti specificati”. A causa di una limitata quantità di dati a supporto è stato deciso di non prevedere una specifica categoria diagnostica nei successivi DSM 5 e nel DSM 5 TR.

Per quanto riguarda l’ICD, nell’ 11 edizione compare la diagnosi di Compulsive sexual behavior (CSB) inteso come un disturbo da controllo degli impulsi e non riconducibile all’addiction.

Attualmente quindi la SA non è riconosciuta a livello internazionale come un disturbo da addiction, nonostante numerosi studiosi ne sottolineino le similitudini con altre dipendenze patologiche comportamentali come il gioco d’azzardo.

Se alcune stime epidemiologiche internazionali e nazionali convergono sull’identificare che tra il 3 e il 6% della popolazione generale presenti una sintomatologia riconducibile ad una Sex addiction , risulta importante costruire un accordo a livello scientifico su come inquadrarla. Questo al fine di costruire protocolli diagnostici  e trattamentali specifici ed efficaci.

 

DAL DIRE AL FARE, Rivista italiana di informazione e confronto sulle patologie da dipendenza, n° 2 – 2024

Consultabile presso il CeSDA

 

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