DIFFERENZE DI GENERE NELLE DIPENDENZE COMPORTAMENTALI ONLINE

sintomi legati al gioco on line e all’uso di Internet avevano particolare influenza nella vita del paziente

Le differenze di genere osservate hanno riguardato maggiormente gli uomini per il gioco on line (gaming) mentre le donne presentavano un uso disregolato, disordinato dei social media

data di pubblicazione:

27 Gennaio 2024

In una recensione di uno studio sulle differenti dipendenze comportamentali online secondo il genere, Giuseppe Montefrancesco, direttore del sito Insostanza, mette in evidenza alcune diversità emerse fra maschi e femmine.

Scrive Montefrancesco: “Lo scopo dello studio riportato – Online Behavioral Addictions: Longitudinal Network Analysis and Invariance Across Men and Women – è stato quello di esaminare se le differenti dipendenze comportamentali online presentavano interrelazioni e se erano presenti eventuali e potenziali diversità di genere tra maschi e femmine.

Il campione in studio, composto da 462 partecipanti adulti (28,5% donne, 69,5% uomini), ha completato questionari di autovalutazione in due differenti momenti temporali a distanza di un anno.

In primo luogo, le forti relazioni presenti tra i sintomi all’interno del singolo disturbo (intra-disturbo) hanno indicato che quelli valutati nella ricerca riflettono proprie specificità, suggerendo la necessità di riconoscere, in ciascun quadro clinico, una diagnosi singola e separata dalle altre al fine di facilitare la valutazione e l’intervento verso i diversi comportamenti di dipendenza.

Le differenze di genere osservate hanno riguardato maggiormente gli uomini per il gioco on line (gaming) mentre le donne presentavano un uso disregolato, disordinato dei social media.

I sintomi legati al gioco on line e all’uso di Internet avevano particolare influenza nella vita del paziente; seguivano poi quelli presenti nel gioco d’azzardo online (gambling on line) e infine quelli da uso dei social media.

Sono state osservate diversità longitudinali tra i sessi ovvero cambiamenti avvenuti nel corso del tempo; lo studio infatti presumeva che i soggetti si autovalutassero in 2 momenti diversi entro l’anno di osservazione (uno studio longitudinale prevede l’esame ripetuto degli stessi soggetti per rilevare i cambiamenti che possono verificarsi in un periodo di tempo) indicando una loro diversa vulnerabilità ai comportamenti problematici associati alle attività online.

In queste misurazioni temporali, la modificazione dell’umore associata all’uso sregolato, caotico di Internet e le disfunzionalità conseguenti al gaming erano considerevoli, aumentando così la probabilità di sviluppare, nel tempo, sintomi persistenti per l’uso di Internet.

Infine, va considerata la possibilità di tradurre il comportamento on line come informazione generale della salute del paziente, ovvero comprendere se i comportamenti on line problematici rilevano o prevedono disturbi come ansia, disturbo bipolare, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) ed altri.”

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