salute mentale: significati e definizione

le risposte di alcuni collaborati della rivista Doppiozero

Nelle risposte ci sono molte domande e ricorrono spesso termini come confine, limite, coordinate, che richiamano non solo l'incertezza su come definire esattamente il concetto di salute mentale, ma anche l'idea che questo concetto si possa definire esattamente.

data di pubblicazione:

26 Ottobre 2023

In occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale la rivista online Doppio Zero ha chiesto ad alcuni collaboratori, psichiatri e psicoanaliste cosa è per loro la salute mentale. Nelle risposte ci sono molte domande e ricorrono spesso termini come confine, limite, coordinate, che richiamano non solo l’incertezza su come definire esattamente il concetto di salute mentale, ma anche l’idea che questo concetto si possa definire esattamente.
Secondo Vittorio Lingiardi, che se ne occupa da lungo tempo, è rischioso affermare di sapere di cosa si parla esattamente: “(…) Ne attraverso i territori e posso dire di conoscere, perché nell’ascolto clinico mi ci soffermo sempre, le zone di confine – una linea, un campo – tra l’esperienza psicologica e quella psicopatologica. Il confine, per esempio, tra la giornata euforica e l’episodio maniacale, il periodo di tristezza e l’episodio depressivo.
La definizione di salute mentale dell’OMS non è del tutto convincente: “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”. Io penso ci possa essere salute mentale anche in presenza di sofferenza. E sempre in dialogo con la propria cultura, storia, biologia”.
Anche secondo Laura Pigozzi si deve palare di cornici, coordinate, limiti entro cui trovare la propria soggettività. “La salute mentale passa per i limiti, i soli che offrono un posto soggettivo da cui parlare. La salute mentale dipende da una coerenza minima tra ciò che dico e il posto da cui lo dico. Tutto il lavoro analitico ha spesso come esito il trovare un proprio posto, diverso da quello che magari altri ci hanno assegnato nell’infanzia. La strada è capire i limiti delle relazioni che abbiamo”.
Nicole Janigro, ricordando che la salute mentale è un diritto universale, sottolinea che molte persone non hanno accesso a questo diritto sia per motivi economici che sociali.
Secondo lei  “(…) la sofferenza psichica ha radici sistemiche: depressione, rabbia, espressioni incontrollabili di violenza stanno diventando tratti caratteristici della società contemporanea. La salute mentale del singolo non può dissociarsi da un progetto collettivo di umanizzazione per ritrovare il senso dell’esistenza di ognuno nella relazione con l’Altro”.
Infine Pietro Barbetta parla di un paradosso quando si affronta la definizione d salute mentale: “Per dare una definizione di “salute mentale” bisogna evocare i nomi del disagio. Questo il paradosso del campo semantico “salute mentale”. Davanti a ciò, quando si parla di salute mentale si tira in ballo lo stigma, si dice che bisogna evitare lo stigma e che non bisogna avere paura dello stigma, poi nella tessitura discorsiva che segue si sostiene il contenuto dello stigma che bisogna evitare”.

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