Ernesto de Bernardis (SITD) commenta il recente discorso della premier Giorgia Meloni sulle politiche antidroga e sui futuri programmi in questo campo del governo. Secondo De Bernardis, il discorso di Meloni contiene sia spunti condivisibili (la centralità dei bisogni delle persone, l’istituzione di “un fondo autonomo che sia dedicato a tutte le dipendenze patologiche”) che impegni tutti da verificare (maggiore coperture finanziarie). “Più avanti Meloni dice “Una politica seria che ai giovani non riesce a dare risposte adeguate sull’istruzione, a dare risposte adeguate sul lavoro, a garantire il merito, a offrire opportunità, che non riesce a stare loro accanto e che in cambio dice “Vabbè però fumati una canna” non sarà mai la mia politica.“ In verità non ho mai sentito di politici che proponessero spinelli al posto di istruzione, lavoro, merito e opportunità. Diciamo che è una figura retorica, non so precisamente quale. Comunque bene, mi attendo dal Governo Meloni le risposte adeguate di cui ha fatto menzione, e che sicuramente sarà in grado di assicurare ai giovani. Continua Meloni “Il messaggio che vogliamo lanciare oggi è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo“. Giusto, dico io. La mia regione, la Sicilia, è invasa dal crack, per esempio, completamente fuori controllo. A Venezia c’è un tasso di mortalità da overdose di eroina completamente fuori controllo. Mi attendo che lo Stato faccia la sua parte. Mentre attendo, vedo che lo Stato ha finanziato questo spot, con il commissario tecnico della nazionale Mancini e tre ragazzini . Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più incisivo per combattere un fenomeno che è fuori controllo.
(…) Però magari è l’inizio, e io attendo fiducioso per esempio che il Governo in sede di Conferenza Stato-Regioni ottenga dalle Regioni la piena copertura della pianta organica dei SerD, se possibile sulla base del vigente DM 444/90 che la definisce qualitativamente e quantitativamente, assicurando alle Regioni finanziamenti – vincolati – per tale adeguamento. Sarebbe un ottimo sistema perché lo Stato facesse la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo, considerato che i SerD sono allo stremo delle forze perché il personale, per via dei pensionamenti, si è ridotto al di sotto del minimo compatibile con un funzionamento sicuro e dignitoso. Attendo altresì che il Governo, sempre nella Conferenza Stato-Regioni, non tolleri ulteriori ritardi da parte delle regioni inadempienti che non hanno ancora legiferato in merito alla applicazione concreta dei Livelli Essenziali di Assistenza sulla Riduzione del Danno (che sono Legge dello Stato). Molte regioni detto in parole povere se ne fregano altamente. Se c’è gente che si ammala e muore è pure colpa loro che avrebbero dovuto erogare un servizio e non l’hanno fatto. Ora, io lo so che i metodi della Riduzione del Danno sono indigesti alla maggior parte dei politici, che li confondono con un invito ad usare droghe. Magari individualmente lo sanno che non è così, che è semplicemente aiutare a non farsi male, assicurare un futuro, e che oltre a risparmiare vite umane si risparmiano soldi di assistenza sanitaria; ma temono che l’elettorato di riferimento non capirebbe e li prendesse per traditori. L’elettorato vuole la faccia feroce. Ogni tanto però bisognerebbe fare quello che è giusto, non quello che serve per le prossime elezioni. Almeno ogni tanto. Io attendo.
Poi vabbè, fa esempi, e dice che devono invertire la rotta e che hanno le idee chiare. Amplieranno le competenze del Dipartimento per le Politiche Antidroga, che finora evidentemente è stato frenato da competenze insufficienti; e istituiranno “un fondo autonomo che sia dedicato a tutte le dipendenze patologiche” il che è un’idea ottima, visto che il passaggio dei fondi che una volta c’erano, cioè i fondi del DPR 309/90, sotto l’ombrello della legge 328 del 2000, con gestione da parte degli enti locali, ha praticato azzerato tutti i progetti sociali, culturali, di avviamento al lavoro che una volta si facevano e che davano buoni risultati, ed oggi in epoca di crack sarebbero una mano santa, anche per realizzare gli unici programmi che hanno dato solide prove di efficacia nella dipendenza da cocaina, e cioè i programmi di contingency management. Continua Meloni “è un lavoro che vogliamo fare con chi quel lavoro lo fa ogni giorno, con chi ha molto da insegnare alla politica, perché vive sul campo con la propria esperienza un fenomeno che è in costante evoluzione e che deve essere ogni giorno studiato e sul quale ogni giorno c’è bisogno di aggiornamento” ; vogliamo “rimettere al centro la persona umana e rimettere lo Stato, le istituzioni, i servizi, ad ascoltare i bisogni delle persone con un approccio che inevitabilmente deve essere multidimensionale, multidisciplinare”. Benissimo! Collaboriamo. Ascoltateci. Tutti.