SINTESI DEL DIBATTITO DELLA PRIMA GIORNATA DELLA CONFERENZA

data di pubblicazione:

28 Novembre 2021

I lavori della prima giornata della Conferenza Nazionale sulle droghe di Genova sono stati segnati dall’intervento di vari ministri e politici, oltre che di tecnici e di professionisti del sistema di interventi sulle dipendenze. Di seguito, grazie a un ampio articolo de Il Secolo XIX, si offre una sintesi delle relazioni e dei saluti, a partire da quelli di Dadone, della ministra dell’Interno Lamorgese, della ministra per le autonomie Gelmini, del ministro degli esteri Di Maio e della ministra della Giustizia Cartabia. Secondo Dadone: “Vorrei che da Genova ripartissero dei processi che portino a un cambiamento organico e inclusivo, senza steccati ideologici – ha spiegato la ministra – La relazione annuale sulle tossicodipendenze ci ha detto che soprattutto i ragazzi sono molto attenti a procurarsi nuove sostanze psicoattive. Il sistema nazionale di allerta precoce segnala l’ingresso di queste nuove sostanze. Che cos’è che li spinge a colmare questo vuoto? Bisogna intervenire prima, non soltanto ex post. Grazie a un accordo con l’Iss vogliamo implementare il sistema nazionale di allerta precoce. Con l’arma dei carabinieri vogliamo promuovere l’uso di innovativi sistemi informatici per implementare le attività di monitoraggio del web dei siti che commercializzano le nuove sostanze. Il nostro obiettivo è arrivare alla stesura di un piano nazionale di azione contro le dipendenze. Questo è un impegno che ho preso e che porterò avanti. Ma anche quello di provare a trovare uno spazio d’innovazione di quello che oggi è chiamato ancora Dipartimento delle politiche antidroga, per provare a estendere la definizione di dipendenze che oggi sono di vario tipo. Il documento non sarà soltanto un piano di azione, ma anche un discorso importante in termini di interventi legislativi per aggiornare il testo unico in materia”.

Per Dadone la strada da intraprendere passa anche attraverso la legalizzazione della cannabis, sul modello di quanto è contenuto nel programma del nuovo governo eletto in Germania: “La scelta di legalizzare la cannabis operata dal nuovo governo tedesco è una scelta che l’Italia dovrebbe valutare ma bisogna riuscire a raggiungere la maggioranza al Parlamento. E’ questo il punto delicato. Il potere su quel fronte spetta alla competenza parlamentare , il governo deve fare un lavoro istruttorio. E lo dico con estrema umiltà, perché il governo possa prendere la decisione giusta”.

In questi ultimi due anni, il fenomeno delle droghe ha risentito anche degli effetti della pandemia. Il traffico degli stupefacenti, che ha da sempre una dimensione transnazionale, è stato influenzato dal rallentamento globale delle transazioni commerciali – ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in un videomessaggio trasmesso durante la conferenza – L’impatto delle misure di contenimento del Covid 19 ha condizionato la coltivazione e la produzione di droghe e ha reso più difficile procurarsi i precursori e la manodopera necessaria. Le organizzazioni criminali hanno, così, rimodulato i propri assetti logistici per adattarsi alle nuove dimensioni economiche e sociali determinate dalla crisi”. “La seconda parte del 2020 – ha precisato il ministro – ha fatto registrare una forte ripresa delle importazioni di stupefacenti nei luoghi di stoccaggio e soprattutto verso i Paesi di destinazione finale inducendo le forze di polizia a innalzare il livello della risposta”. Un’attività di contrasto che trova riscontro nei dati: “Rispetto al 2019, nel 2020 si è registrato un incremento di circa l’8% dei sequestri di droga. Tuttavia, rispetto al biennio 2017-2018, anni nei quali i quantitativi di droga sequestrata superavano mediamente le 120 tonnellate, si è rilevata una tendenza alla riduzione, stimabile in circa 60-70 tonnellate di stupefacenti”. Tali decrementi riguardano quasi tutte le sostanze, ad eccezione della cocaina, delle droghe sintetiche e delle piante di cannabis.

Nell’anno 2020 c’è stato “un record assoluto nei sequestri di cocaina: ne sono state sequestrate 13,4 tonnellate, un quantitativo mai raggiunto in precedenza. Una specifica riflessione deve essere poi riservata alle droghe sintetiche. Anche qui, il dato dei sequestri mostra un incremento assai significativo: +13,9%”. La lotta contro il narcotraffico è sempre più difficile: “Il narcotraffico continua ad essere il core-business delle organizzazioni criminali di stampo mafioso mentre l’azione di contrasto è resa più difficile dalla dimensione transnazionale del reato e dai continui aggiornamenti tecnologici realizzati per eludere i controlli”.  Secondo la ministra molto importante è “l’attività di prevenzione. Occorre far sì che attraverso interventi mirati si possa ottenere l’ascolto e l’attenzione delle fasce sociali più vulnerabili e, principalmente, dei giovani”.

La ministra ha mostrato alcuni dati: “Uno studio condotto dal Cnr sulla diffusione delle droghe e dell’alcool in Italia, ha evidenziato che nella fascia ricompresa tra i 15 e i 19 anni, il 19% circa degli studenti ha assunto sostanze psicoattive illegali“, ha evidenziato la ministra ricordando che “decisamente elevata è anche l’incidenza dell’assunzione di droghe nell’infortunistica stradale”. Negli ultimi 6 anni la polizia stradale ha effettuato controlli su oltre 7mila conducenti e più del 10% sono stati sanzionati per guida sotto effetto di stupefacenti.

“Abbiamo contribuito con studi sulle dipendenze, soprattutto tra i giovani e in particolare tra i teenager – ha detto nel suo intervento Maria Chiara Carrozza, presidente nazionale Cnr – Penso all’uso dei medicinali, ma anche alle dipendenze online. Le conseguenze sociali del Covid avranno impatto maggiore sui soggetti vulnerabili, più esposti ad abusi. Nel 2020 è aumentato il numero di sequestri e sono state scoperte 44 sostanze psicoattive, un record in Europa. E purtroppo dobbiamo segnalare sempre più decessi per droga avvenuti per patologie sviluppate in seguito ad assunzione”.

Per contrastare l’alto tasso di recidiva legato ai reati commessi da tossicodipendenti, occorre potenziare il sistema delle misure alternative alla detenzione, che si stanno rivelando più efficaci nel recupero di queste persone”. E’ la strada indicata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. “Al 30 giugno scorso, erano 14.891 i detenuti con problemi di tossicodipendenza su un totale di 53.637 ospiti negli istituti penitenziari, pari al 27% del totale – ha ricordato la ministra – Ma dietro i numeri c’è la storia di ogni singola persona: si tratta di storie molto diverse tra loro che vanno a comporre un fenomeno e un business che ha, sullo sfondo, gli interessi della malavita organizzata, in particolare della ‘Ndrangheta”. La ministra ha evidenziato che è necessario intervenire sull’alto tasso di recidiva attraverso “misure alternative alla detenzione. Si tratta di una strada da potenziare, come intende fare la delega penale approvata nei mesi scorsi dal Parlamento”.

La pandemia di Covid “ha aggravato il quadro globale” sulla diffusione delle droghe e delle dipendenze in generale. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il suo intervento. “La diffusione delle droghe è un problema globale che richiede un approccio condiviso di tutti settori della società. Si calcola che nel 2020, oltre 275 milioni di persone nel mondo abbiano fatto uso di droga e oltre 36 milioni abbiano sofferto di disturbi dovuti al consumo di stupefacenti. Nel 2019, l’uso di droghe ha portato alla morte di almeno mezzo milione di persone“, ha detto Di Maio sottolineando che la pandemia di Covid “ha aggravato ulteriormente questo quadro: a causa della pressione sui sistemi sanitari e delle restrizioni alla mobilità, spesso in molti Stati non è stato possibile garantire livelli di trattamento e riduzione del danno paragonabili a quelli pre-crisi; stress psicologico e solitudine hanno accresciuto il rischio di dipendenze, si è registrato un aumento del traffico illecito tramite internet e darknet, il consumo è aumentato in fasce di popolazione tradizionalmente meno esposte”. “Al tempo stesso – ha aggiunto il ministro – la pandemia ha accresciuto la consapevolezza di quanto sia importante la protezione del singolo per assicurare la protezione dell’intera collettività, e ha valorizzato i benefici di un approccio fondato su scienza, solidarietà e corretta informazione”.

“Dico con chiarezza che faccio parte di un pensiero, di una corrente culturale, che non solo è contraria a qualsiasi forma di legalizzazione di ogni tipo di sostanza stupefacente, ma sono anche convinta che non esista una libertà di drogarsi ma che l’azione dello Stato possa e debba concentrarsi soltanto sulla liberazione dalla droga”: ha detto la ministra per le Autonomie, Maria Stella Gelmini, alla conferenza a Genova, accolta in questo suo passaggio da qualche applauso, la quale ha anche ribadito che “all’interno del Governo su questo tema ci sono sensibilità diverse“.

A margine della conferenza il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, commenta: “Non condivido l’intervento di Orlando e trovo ipocrita l’atteggiamento della Dadone che fa le interviste per la legalizzazione e poi non ne parla nel convegno perché sa che nel Governo gli orientamenti non sono univoci. Si rischia di avere una conferenza di ipocrisie”. “I tentativi di legalizzare aprirebbero tra l’altro perfino alla droga dello stupro, e questo non si dice. Per fortuna il ministro Gelmini e il presidente Fedriga – ha aggiunto Gasparri – hanno espresso parole chiare sui servizi, sulla prevenzione, sul recupero, sulla dannosità delle campagne informative che spesso banalizzano queste cose. Questo è il dibattito vero che resta imbacuccato in una impostazione ipocrita”.

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