AGGIORNAMENTI SUL DISTURBO DA GIOCO D'AZZARDO E LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI

data di pubblicazione:

10 Maggio 2021

A qualche anno di distanza dalla pubblicazione della monografia “GAP, il Gioco d’Azzardo Patologico. Orientamenti per la Prevenzione e la Cura”, e a sua integrazione,  il Gruppo Tecnico della Regione Toscana presenta una recente pubblicazione  “Aggiornamenti sul Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) e Linee di Indirizzo su Interventi di Informazione, Prevenzione, Formazione e definizione del Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per il giocatore d’azzardo patologico e i suoi familiari“. In Toscana nel 2017 sono stati stimati circa 1.500 utenti in carico presso i Servizi per le Dipendenze, prevalentemente nella aree dell’Aretino – Valtiberina e Valdarno per la sud-est e area Pratese, Apuane e Val di Nievole per la nord-ovest.
Secondo l’indagine EDIT, rispetto a quanto osservato sulla diffusione del gioco d’azzardo nella popolazione genarle, tra gli adolescenti, sia in Toscana che nel resto del Paese, si registra un dato in costante decremento, passando dal 52 al 42% dell’ultima rilevazione. Per stimare il rischio di sviluppare una patologia correlata nel questionario è stato inserito il Lie Bet Questionnaire; dalle analisi emerge che circa il 7% degli adolescenti toscani rientra in questa categoria, con una più alta concentrazione dell’area della AUSL nord-ovest.
Gli aspetti centrali del PDTA riguardano: l’attenzione alla centralità della persona/famiglia; l’integrazione multi professionale all’interno dei servizi e tra privato sociale e pubblico; la trasparenza e la valutazione dei percorsi e delle attività erogate. Un percorso ambulatoriale, dunque, che si articola in varie fasi: Accoglienza all’Assessment/Valutazione multidisciplinare, Trattamento, Conclusione e Follow-up. La fase di trattamento, che consiste nell’intervento terapeutico, è personalizzata e si compone in diverse tipologie di intervento, non necessariamente consequenziali: psicoterapia e attività motivazionali, individuale e di gruppo; trattamenti farmacologici; tutoraggio economico; consulenza legale e finanziaria; gruppi di auto-aiuto.
Infine, le Linee di Indirizzo prevedono due tipologie di programmi residenziali, nei casi in cui la complessità del quadro clinico lo ritengano necessario: intensivo breve (3-5 settimane) e di media-lunga durata (2-6 mesi). La fase residenziale, come viene sottolineato dagli autori, è da intendere come complementare al percorso terapeutico riabilitativo ambulatoriale, per cui sempre più stretta e sinergica deve essere la collaborazione e il lavoro di rete tra i diversi soggetti istituzionali preposti al trattamento di un fenomeno complesso e multidimensionale come il DGA.

Disponibile presso Cesda

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