ISOLAMENTO SOCIALE, DIPENDENZE E SALUTE PUBBLICA

data di pubblicazione:

20 Marzo 2020

Una testimonianza di Lorenzo Camoletto, operatore dropin del Gruppo Abele a Torino, fa luce sulle difficile condizione di chi non solo non può rispettare i divieti e le disposizioni emanate per ridurre i contagi di Covid-19, ma rischia per questo motivo denunce. In particolare, è quanto stanno vivendo le fasce più deboli della popolazione, senza fissa dimora, stranieri irregolari, persone con dipendenze e in condizione di marginalità sociale. Per Camoletto “Le ordinanze hanno costretto molti servizi di bassa soglia per le tossicodipendenze a chiudere o a ridurre al minimo le attività, per cui è estremamente difficile per un consumatore di eroina o cocaina senza dimora reperire siringhe pulite o passare qualche ora in un dropin, dove ricevere quel sostegno minimo per la salute e l’igiene personale. Un destino simile a quello che sta affrontando un senza dimora, magari straniero e privo di documenti, ma con l’aggravante (di non poco conto dal punto di vista sanitario) della dipendenza da sostanza. A Torino, dove il Gruppo Abele opera da oltre 50 anni, questa settimana è stato riattivato, con orario ridotto, un servizio di distribuzione di materiale sterile presso il dropin dell’ospedale Amedeo di Savoia, mentre tutte le altre attività del dropin stesso e gli altri presidi metropolitani gestiti dal pubblico e dal privato sociale sono chiusi per impossibilità di attenersi alle disposizioni delle ordinanze”.

Ecco allora che giustamente Camoletto si pone il problema del “che fare”?,  non solo per motivi di equità e di solidarietà, ma in un’ottica di tutela salute pubblica. “Lasciare un esercito di persone fragili deprivate anche di quel poco cui potevano accedere, non produce soltanto una inaccettabile ingiustizia nei loro confronti, ma anche una notevole criticità per la salute pubblica, sia direttamente (rispetto alla diffusione del nuovo Coronavirus) sia indirettamente, con il prevedibile incremento di altre infezioni correlate a comportamenti e stili di vita obbligatoriamente più a rischio (HIV ed Epatite C in primis). In un tempo in cui il SSN è sotto pressione, qualunque decisione sbagliata presa oggi rischia di far saltare gli equilibri, irrimediabilmente, domani. Lasciare ai margini le persone fragili per mancanza di risorse economiche, o peggio per volontà politica, in momenti di emergenza come l’attuale, può tradursi in un boomerang economico e sociale rilevante. #vorreirestareacasa è l’urlo silenzioso che si alza dalle periferie delle nostre città, amplificato in questi giorni dall’associazione Avvocato di Strada e a cui anche il Gruppo Abele si unisce. Sapremo ascoltarlo? Ci volteremo dall’altra parte? E con quali conseguenze?”.

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