IL RAPPORTO FRA FATTORI SOCIALI E GENETICI NELLE DROGHE

data di pubblicazione:

7 Luglio 2018

Un editoriale di Alberto Arnaudo, direttore della rivista “Dal Fare al Dire” affronta un tema classico e altamente controverso nel dibattito sui modelli interpretativi delle dipendenze: sono più rilevanti i fattori e gli elementi biologici, genetici, o quelli sociali, ambientali? Giustamente Arnaudo sottolinea come i due poli interpretativi si contendino da sempre l’egemonia nel campo delle dipendenze, e non solo.E il pendolo oscilla verso uno o verso l’altro dei versanti a seconda delle epoche e dei progressi della scienza, senza dimenticare che questi ultimi sono a loro volta figli delle epoche in cui si realizzano, in un continuum senza fine. La questione non riguarda ovviamente solo le dipendenze. Non c’è dubbio, tuttavia, che l’area delle dipendenze si trovi particolarmente esposta al dibattito: perfino la morale vi è investita, e ciò accresce spesso la rigidità e l’estremismo delle posizioni, tanto che il pensiero sociale dominante influenza pesantemente politiche, strategie di prevenzione e perfino processi di cura“.

Arnaudo, nel sottolineare come attualmente tenda a prevalere nel dibattito sulle droghe il polo interpretativo di tipo biologico, che concepisce l’addiction secondo il modello di malattia neurologico-cerebrale, ritiene che sono molti forti le pressioni verso il consumo delle sostanze, legali e illegali, più disparate, a fini prestazionali. “Consuma droghe e farmaci per stare meglio, per reggere lo stress e la fatica“: questo sembra suggerire in modo esplicito, o “comandare”  la pubblicità.

Alberto Arnaudo, Droghe di Stato, Dal Fare al Dire, n. 1, 2018

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