regolazione del ciclo della cannabis ricreativa in Svizzera

La regolamentazione non riguarderebbe solo la vendita, ma anche la produzione, con criteri stringenti per garantire la qualità dei prodotti e tutelare i consumatori

la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha approvato un progetto preliminare per regolamentare l’intero ciclo della cannabis ricreativa

data di pubblicazione:

27 Marzo 2025

Si avvicina la regolazione del ciclo della cannabis ricreativa in Svizzera. Dopo avere avviato sperimentazioni di cannabis legale in diverse città, è in discussione la creazione, a livello federale, di un mercato regolamentato della cannabis ricreativa entro il 2026.

“A differenza di molti altri Stati europei, la Svizzera ha da tempo adottato un approccio più flessibile nei confronti della cannabis. Già oggi, i prodotti con un contenuto di THC inferiore all’1% sono legalmente disponibili e commercializzati senza particolari restrizioni. Si tratta per lo più di infiorescenze, oli e prodotti cosmetici a base di canapa light.

Il vero salto di qualità, però, è arrivato nel febbraio 2025, quando la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha approvato un progetto preliminare per regolamentare l’intero ciclo della cannabis ricreativa: dalla coltivazione al commercio, passando per il possesso e il consumo da parte degli adulti. Un passo che, se confermato nei prossimi passaggi parlamentari, segnerebbe una svolta storica.

In parallelo, il governo svizzero ha scelto di affidarsi ai dati scientifici prima di varare una legalizzazione definitiva, autorizzando i Comuni ad iniziare sperimentazioni affiancate da un attento monitoraggio da parte di enti di ricerca. In diverse città, tra cui Basilea, Zurigo, Losanna e Ginevra, sono stati così avviati progetti pilota che permettono a un numero limitato di cittadini di acquistare cannabis legale in punti vendita autorizzati.

Le sperimentazioni puntano a monitorare l’impatto della vendita regolamentata sul consumo individuale e collettivo, sulla salute pubblica e sulla sicurezza. I partecipanti, tutti maggiorenni e residenti nelle città coinvolte, sono sottoposti a controlli regolari e partecipano a indagini periodiche per valutare eventuali cambiamenti nelle loro abitudini di consumo.

Si tratta di una sperimentazione unica nel suo genere in Europa, ispirata in parte al modello canadese, ma adattata al contesto svizzero, con una forte attenzione alla prevenzione e al monitoraggio sanitario.

Mentre il Parlamento e il governo lavorano a una regolamentazione graduale, dal basso arriva un’ulteriore spinta verso la legalizzazione. Un comitato di associazioni e attivisti ha lanciato l’iniziativa popolare “Legalizzazione della cannabis: un’opportunità per l’economia, la salute e l’uguaglianza”, che punta a modificare la Costituzione federale per garantire ai cittadini maggiorenni il diritto di coltivare e possedere cannabis per uso personale.

L’obiettivo è raccogliere 100.000 firme entro ottobre 2025, soglia necessaria per portare il testo a referendum. I promotori sottolineano come una legalizzazione regolamentata porterebbe benefici economici, riducendo la pressione sulla giustizia e sottraendo terreno al mercato nero.

Se il progetto di legge troverà un ampio consenso parlamentare e se i dati dei progetti pilota saranno positivi, la Svizzera potrebbe effettivamente diventare il primo paese europeo con un mercato regolamentato della cannabis ricreativa entro il 2026. Il modello elvetico, che combina rigore scientifico, monitoraggio sanitario e controllo statale lungo tutta la filiera, potrebbe diventare un punto di riferimento per molti Paesi che guardano con interesse a un superamento del proibizionismo.

La regolamentazione non riguarderebbe solo la vendita, ma anche la produzione, con criteri stringenti per garantire la qualità dei prodotti e tutelare i consumatori. Una parte delle imposte derivanti dalla vendita di cannabis legale sarebbe destinata a finanziare programmi di prevenzione e informazione, con un occhio di riguardo alla tutela dei minori.

Tra i principali vantaggi attesi ci sono la riduzione dei costi per la repressione del consumo di cannabis, la creazione di un nuovo settore economico e la generazione di entrate fiscali destinate a sanità e prevenzione. Non va dimenticato l’impatto occupazionale: la nascita di un mercato legale potrebbe generare migliaia di posti di lavoro, dalla coltivazione alla distribuzione, fino ai servizi collegati come la ricerca e l’innovazione nel campo dei prodotti a base di cannabis.

Tuttavia, le criticità non mancano, come le preoccupazioni che riguardano la concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi operatori e la necessità di garantire un accesso equo anche ai piccoli produttori locali.”

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