Vietare l’utilizzo dei social media non è una soluzione

un utilizzo limitato nel tempo può ridurre i rischi e promuovere benessere a livello di salute

Ci sono sempre più ricerche che stanno dimostrando che un utilizzo corretto di strumenti come cellulari, social network, ecc. per fini educativi, arricchiti da messaggi e contenuti positivi, possa determinare un effetto positivo sul benessere e la salute dei giovani

data di pubblicazione:

24 Ottobre 2024

L’appello al sostegno di leggi che portino al divieto di utilizzo degli smartphone per gli under 14 e dei social media per gli under 16, non è da tutti condiviso. In un articolo sul sito Sanita 24 ore il pedagogista Simone Digennaro fa una riflessione sui temi contenuti nell’appello. La critica principale riguarda il fatto che il problema non sarebbe il mezzo in sé, ma l’utilizzo che ne viene fatto.

Digennaro sostiene che “Il rischio che si corre è di fare confusione tra mezzo e contenuto. Ci sono sempre più ricerche che stanno dimostrando che un utilizzo corretto di strumenti come cellulari, social network, ecc. per fini educativi, arricchiti da messaggi e contenuti positivi, possa determinare un effetto positivo sul benessere e la salute dei giovani. Il punto non è vietare i social media, ma capire come possano diventare un mezzo per veicolare modelli socioculturali adeguati.”

Oltre a questo risulta importante educare i giovani ad un uso più consapevole, in modo da poter selezionare efficacemente i contenuti potenzialmente dannosi per la loro salute. Digennaro condivide comunque la preoccupazione per un uso del cellulare troppo precoce. Un uso che, soprattutto nell’infanzia, potrebbe interferire con la libera esplorazione e sperimentazione essenziale, oltre che sullo sviluppo emotivo e sociale.

Ma vietare fino ai 14 anni l’utilizzo degli smartphone non è una soluzione per una generazione come quella Alpha nata e cresciuta in questo contesto. Divieto che comunque non impedirebbe di accedere ad altri device che si collegano alla rete.

Un accesso che se limitato nel tempo diminuisce i rischi e promuove benessere. Da una ricerca condotta da Digennaro è emerso che “(…) entro una certa soglia di utilizzo, quantificabile in un’ora e mezza al giorno, non ci sono effetti negativi su aspetti importanti per la loro salute e il loro benessere quali l’intelligenza emotiva e l’immagine corporea. Le nuove generazioni, completamente immerse nel mondo digitale, non hanno un’intelligenza emotiva inferiore alle precedenti generazioni, che hanno utilizzato di meno la tecnologia.
Le forme di dipendenza da social media, anch’esse legate all’utilizzo, colpiscono il 10% del campione, proprio in ragione di un utilizzo eccessivo. Gli effetti negativi sull’intelligenza emotiva assieme alle dismorfobie, sono l’effetto di un utilizzo distorto, e non dell’utilizzo in sé.”

Di nuovo si ritorna all’importanza di come usare uno strumento e come selezionare i contenuti. Il problema semmai, sottolinea il pedagogista, è capire quale sia un utilizzo sano di questi dispositivi.  Un utilizzo che segua lo sviluppo tecnologico con l’obbiettivo di comprenderlo e governarlo, non di rifiutarlo. 

 

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