gioco d’azzardo e percezione del rischio nei giovani

la normalizzazione del gioco d'azzardo diminuisce la percezione del rischio

La parola ‘azzardo’ viene da tutti immediatamente associata al concetto di rischio o al concetto di dipendenza. Però, quando i giovani giocano alle slot-machine oppure fanno una scommessa sportiva oppure grattano un gratta e vinci, in quel momento non associano l’azione al rischio. Quindi, se non c’è rischio, non c’è nemmeno azzardo

data di pubblicazione:

16 Maggio 2024

I giovani e giovanissimi non percepiscono il gioco d’azzardo come un comportamento a rischio, in fondo lo fanno tutti. Una mancanza di consapevolezza questa che porta spesso ad una vera e propria dispercezione di che cosa sia un gioco e di che cosa sia l’azzardo. E’ quanto emerge dai risultati del progetto #sLOTTA che adotta la metodologia della Peer Education all’interno della campagna Umbria No Slot.

Per indagare il tema dl gioco d’azzardo i giovani peer si sono inventati un questionario, l’Azzardometro, che hanno somministrato ai loro coetanei in contesti diversi (scuole, eventi e online). Scopo  del questionario è stato sondare l’esperienza dei giovani in rapporto al gioco d’azzardo e la loro percezione delle problematiche ad esso legate.

Secondo la psicologa Lucia Coco, referente del Centro per il trattamento del Disturbo da Gioco dAzzardo di Foligno dell’USL Umbria 2, siamo di fronte ad un fenomeno di normalizzazione del gioco d’azzardo che rende meno consapevoli, soprattutto i giovani, dei loro comportamenti al gioco d’azzardo. Una normalizzazione dovuta a più fattori: una offerta sempre più pervasiva e di facile accesso (online e off line). In questo modo il numero di giocatori è sempre più alto e l’idea che tutti lo fanno lo rende meno percepibile come rischioso .

“La parola ‘azzardo’ viene da tutti immediatamente associata al concetto di rischio o al concetto di dipendenza. Però, quando i giovani giocano alle slot-machine oppure fanno una scommessa sportiva oppure grattano un gratta e vinci, in quel momento non associano l’azione al rischio. Quindi, se non c’è rischio, non c’è nemmeno azzardo.”

In questo contesto sociale “additivo”, il progetto si concentra su tre elementi: lavorare sulle credenze cognitive distorte che spingono a giocare, fare emergere i comportamenti a rischio e aumentare il loro livello di consapevolezza.

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