gaming e mondo del lavoro

Un'indagine commissionata da Youtube vede il gaming come esperienza utile nei colloqui di lavoro

Secondo questo studio la maggior parte dei recruiter (64%) durante un colloquio è più propensa ad assumere un appassionato di gaming, e molti di loro pensano che l'esperienza di gioco renda più facile trovare un lavoro.

data di pubblicazione:

21 Dicembre 2023

Il gaming come biglietto da visita per entrare nel mondo del lavoro. E’ quanto emerge da uno studio commissionato da YouTube a Censuswide, incentrato sul ruolo del gaming nello sviluppo delle competenze professionali delle nuove generazioni. Il gaming non visto quindi solo come mero passatempo o come via possibile di accesso al gambling, un disturbo molto più problematico e invalidante.
Secondo questo studio la maggior parte dei recruiter (64%) durante un colloquio è più propensa ad assumere un appassionato di gaming, e molti di loro pensano che l’esperienza di gioco renda più facile trovare un lavoro. Inoltre anche l’inserimento all’interno del CV della passione del gioco sarebbe molto apprezzato, sostengono alcuni recruiter. Peccato che i giovani della Generazione Z non siano altrettanto d’accordo. Dallo studio emerge che solo il 32% dei giovani citerebbe l’hobby nel proprio cv. Ma quali sono i motivi alla base di queste considerazioni? Secondo Mathew Barr, senior lecturer in Computing Science all’Università di Glasgow, che studia il legame tra gaming e competenze professionali, i gamer sono in grado di sviluppare importanti capacità quali comunicazione, intraprendenza e adattabilità.
Non solo, secondo molti recruiter “(…) i gamers riescono spesso a trasferire le competenze apprese nel gaming sul posto di lavoro. Tra le doti più probabili emergono il pensiero strategico (42% dei recruiter), il problem solving (39%) e l’attitudine a mantenere la calma sotto pressione (36%). Tutte competenze che renderebbero appetibile un candidato per un posto di lavoro. Nonostante ciò “(…) in base all’indagine, il 90% dei giovani intervistati considera il gioco un hobby, il 49% afferma di giocare regolarmente, il 40% solo occasionalmente. Il 40% degli appartenenti alla Gen Z menzionerebbe questa passione nel cv, in quanto occasione di parlare delle competenze acquisite.

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