Morto Roland Griffiths, psicofarmacologo che studiò a lungo la psilocibina

famoso per l'esperimento del Venerdì santo.

I suoi studi hanno riguardato anche la caffeina e altre sostanze dal potenziale di abuso, ma è il suo lavoro sulla psilocibina  che lo ha reso un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che vogliano occuparsi di sostanze psichedeliche.

data di pubblicazione:

13 Novembre 2023

Il 16 ottobre è morto Roland Griffiths, farmacologo di fama internazionale, che ha dedicato lunghi anni della sua attività di ricerca sullo studio della psilocibina. A ricordarlo sul blog della SITD – Società Italiana della Tossicodipendenza – è Paolo Nencini. I suoi studi hanno riguardato anche la caffeina e altre sostanze dal potenziale di abuso, ma è il suo lavoro sulla psilocibina che lo ha reso un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che vogliono occuparsi di sostanze psichedeliche.
“Griffiths ebbe il merito di replicare con ben maggiori garanzie metodologiche il famoso esperimento del Venerdì santo. Esperimento supervisionato da Timothy Leary e condotto Walter Pahnke, che “(…) consisté nel somministrare in cieco psilocibina o acido nicotinico (come placebo) a due gruppi di studenti di teologia e ai loro docenti che si accingevano ad ascoltare il sermone del Venerdì santo presso la cappella dell’Università di Harvard.
Utilizzando un questionario ad hoc elaborato dallo stesso Pahnke, ne risultò che coloro che avevano ricevuto psilocibina avevano avuto una più intensa esperienza spirituale con tre dei soggetti che addirittura avevano raggiunto una esperienza mistica”.
A distanza di quarant’anni lo studio di Griffiths confermava questi risultati.
Lo studio fu pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine e negli anni Griffiths è riuscito anche a mantenersi distante dalle teorie che vedevano la psilocibina come sostanza in grado di allargare le nostre esperienze percettive.
Per questo sostituì la “(…) locuzione “mystical experience” con la più neutra “quantum change experiences”, intesa come l’insieme di “esperienze improvvise, peculiari, benevoli e spesso profondamente significative che si ritiene causino trasformazioni personali che riguardano un ampio ventaglio di emozioni, conoscenze e comportamenti”.
Negli anni anche gli studi sulle applicazioni terapeutiche della psilocibina sono diventati importanti, soprattutto “(…) riprendendo i pionieristici studi di Walter Pahnke che mostravano la capacità degli psichedelici di ridurre l’ansia e migliorare la qualità della vita nei soggetti con cancro terminale e mostrando la capacità della sostanza di ridurre il fumo di tabacco e l’assunzione di alcolici (Johnson et al, 2017)”.

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