MINORI, USO INTENSIVO SOCIAL MEDIA E AUMENTO DI DISTURBI DEPRESSIVI E DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I minori sono più vulnerabili ai contenuti sponsorizzati e agli influencer e le piattaforme di social media si sono dimostrate inefficaci nel proteggerli dal marketing di cibo spazzatura.

data di pubblicazione:

15 Febbraio 2023

Un articolo pubblicato sulla International Journal of environmental research of pubblic health da esperti italiani di SIP (Società Italiana di Pediatria) ha esaminato una review della letteratura, nel periodo 2004-2022, su depressione, altri tipi di disturbi e uso di social media. I risultati attestano che maggiore è il tempo che bambini e adolescenti trascorrono sui dispositivi digitali, più alti sono i livelli di depressione segnalati. Tale relazione emerge in 19 studi, pari al 27% di tutti quelli presi in esame. L’esposizione prolungata ai social media nei giovani non è associata solo a disturbi depressivi, ma anche a disturbi alimentari e cyberbullismo, problemi psicologici, disturbi del sonno, dipendenza, ansia, problemi legati alla sfera sessuale, problemi comportamentali, distorsione della percezione del proprio corpo, ridotta attività fisica, altri sintomi fisici.

Un particolare rischio associato all’uso intensivo di social media è segnalato rispetto alla sfera dei disturbi alimentari, specie riguardo alla loro maggiore accessibilità a un pubblico di minori: “I minori sono più vulnerabili ai contenuti sponsorizzati e agli influencer e le piattaforme di social media si sono dimostrate inefficaci nel proteggerli dal marketing di cibo spazzatura. Durante la pandemia è aumentato il rischio gravità di abitudini alimentari inadeguate, tanto che in un precedente rapporto la SIP ha indagato il fenomeno della “covibesity”. Dall’altro canto i social sono un fattore di rischio per i messaggi pro-anoressia. Questi messaggi, sottolinea lo studio SIP, non sono più limitati come in passato a siti web che possono essere facilmente monitorati, ma sono stati trasferiti su Snapchat, Twitter, Facebook, Pinterest. Di conseguenza i contenuti favorenti i disturbi alimentari sono più facilmente accessibili.”

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