LE ALTERNATIVE ALLE SIGARETTE TRADIZIONALI SONO PIU’SICURE PER CHI VUOLE SMETTERE DI FUMARE?

Un articolo sul sito della Società Italiana Scienze Medich

Con queste sigarette il fumatore “(…) aspira il vapore e non il risultato della combustione. Ci sono anche le sigarette elettroniche con tabacco riscaldato, non bruciato. Questi modelli permettono di evitare la combustione donando a chi aspira una sensazione simile alla sigaretta ma evitando le sostanze cancerogene dannose”.

data di pubblicazione:

10 Novembre 2022

Un articolo sul sito della Società Italiana Scienze Mediche – SISMED – si interroga sull’opportunità, per chi vuole smettere di fumare, di usare le sigarette elettroniche, al posto di quelle tradizionali, per limitare i danni per la salute personale e di chi ci sta intorno.L’assunto da cui parte l’articolo è che il fumo di tabacco, che sia di sigaretta, sigaro o pipa, crea una dipendenza, oltre ad essere collegato a tassi di malattie e morte significativi in tutto il mondo.
In Italia si calcola che ogni anno muoiano circa 93.000 persone per il consumo di tabacco e le malattie individuate ad oggi collegate con il tabagismo sono almeno 27.
Non solo danni e malattie per i consumatori, ma anche il fumo passivo rappresenta una causa di morte che ha coinvolto nel mondo in un anno circa 1,2 milioni di persone. L’articolo dopo queste considerazioni fa un’analisi degli strumenti alternativi che si possono usare partendo dalle sigarette elettroniche (note come e-cig o svapo), che sono tra le più usate soprattutto fra i giovani.
Con queste sigarette il fumatore “(…) aspira il vapore e non il risultato della combustione. Ci sono anche le sigarette elettroniche con tabacco riscaldato, non bruciato. Questi modelli permettono di evitare la combustione donando a chi aspira una sensazione simile alla sigaretta ma evitando le sostanze cancerogene dannose”.
Ma la domanda rimane la stessa, ossia quanto fa male questa modalità di fumare? Secondo il sito dell’ AIRC queste sigarette sarebbero in grado di evitare di aspirare il catrame e altre componenti tossiche, limitando il rischio di dipendenza in confronto a quelle tradizionali.
Quindi rischi minori ma non assenza di rischi, che in particolari circostanze possono aumentare, per esempio “(…) il riscaldamento del glicole propilenico e della glicerina può produrre formaldeide e acetaldeide, che, a dosi più elevate di quelle assunte con la singola e-cig, sono considerati cancerogeni certi inseriti nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene”.
Permangono quindi dubbi sui rischi connessi, che non potranno essere risolti nel giro di poco tempo, visto che le malattie polmonari, in base a studi scientifici, si sviluppano nell’arco di decenni di fumo cronico.
Per le sigarette che riscaldano tabacco siamo ancora a livello di ipotesi: alcuni studi in condizioni sperimentali hanno registrato una diminuzione delle sostanze tossiche, ma “ (…) non è dimostrata la prevista riduzione del rischio”.
Quello che è più certo è che “ La nicotina – la sostanza che produce l’altissima dipendenza e assuefazione alle sigarette – rimane peraltro presente nelle sigarette riscaldate, mantenendo quindi attivo quel legame dannoso che produce la dipendenza nel fumatore”.
La conclusione dell’articolo è che “ la sigaretta elettronica ha sicuramente effetti collaterali meno gravi rispetto alla classica combustione di tabacco – con relative sostanze cancerogene – ma gli studi sul lungo termine ancora non possono garantire una completa convenienza rispetto a questo che tutt’oggi possiamo definire un vizio”.

 

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