Consumi in rete. Giovani naviganti tra sostanze e dark web è il titolo del report finale del progetto INDICI, che ha avuto come focus della ricerca il rapporto tra il dark web e i giovani, con particolare attenzione per i minori. Basandosi sulla letteratura esistente il lavoro di ricerca ha approfondito e analizzato come questo specifico target si confronta e utilizza i contesti di dark e deep web, e in base a questo ha tracciato linee di intervento di prevenzione finalizzate a sviluppare fattori protettivi efficaci.
La ricerca è stata realizzata in parte dall’associazione ASA e dalla cooperativa sociale Open Group, per la parte relativa al contatto diretto con la popolazione target dell’intervento, e in parte da Forum Droghe e CNR che si sono occupati della ricerca scientifica.
I giovani rappresentano il target più a rischio nell’interazione con la rete, che non rappresenta più solamente uno spazio di consumo, di relazione o scambio, ma “(…) quando genera nuovi contesti e spazi diventa vero e proprio contesto nel contesto, area questa dove il digitale esprime al meglio il suo carattere costitutivo”.
La rete rappresenta quindi uno spazio di ricerca molto importante dove si intrecciano più utilizzi del web, usato come strumento per l’acquisto di sostanze, come canale di relazione, come creatore di realtà virtuali o come vero e proprio oggetto di consumo (Net gaming).
In questo ambito così ampio e diversificato “i fattori di rischio e i fattori di protezione si articolano in relazione ai vari scenari” e quindi compito del gruppo di lavoro è stato quello di progettare interventi che “devono necessariamente mirare parallelamente allo sviluppo della responsabilità verso le comunità di riferimento, quindi in un’ottica già, non solamente di soggetti come user , ma come prosumer e quindi come consumatori e produttori di significati insieme”.
Il progetto ha avuto una durata di due anni, dal 2018 al 2020 ed ha interessato minori delle città di Bologna, Firenze e Roma, di età compresa tra gli 11 ai 18 anni.
Obiettivi del progetto erano quelli di individuare siti che vendono sostanze, capire come i minori accedono al web e livello di consapevolezza, fornire informazioni sulle sostanze, fornire strumenti per un uso consapevole della rete anche mediante l’automonitoraggio, fornire informazioni sulle sostanze a genitori e adulti significativi, formare minori e adulti.
Il progetto è stato strutturato per macrofasi (7 in tutto) che comprendevano tra gli altri la somministrazione di un questionario auto-compilato per minori e adulti e la creazione di focus group. Alcuni dati: hanno risposto al questionario 859 tra studenti e studentesse, oltre a 156 adulti che a diverso titolo lavorano con loro.
Rispetto all’utilizzo del web emerge che il 96% dei giovani possiede uno smartphone e il 71% un computer, quindi un accesso a internet molto capillare per tutte le fasce di età, anche se oltre i 14 anni questa possibilità aumenta ancora.
Minime le differenze di genere per quanto riguarda il possessori di device, tranne che per la consolle di gioco, molto più diffusa tra i maschi (65%). Rispetto alle abitudini di consumo di sostanze psicoattive alcuni dati: la metà degli intervistati ha bevuto alcol negli ultimi 30 giorni e nello stesso periodo circa 1/4 ha consumato anche cannabis.
Il consumo di NPS rimane molto limitato anche se non assente, attestandosi sul 3% in un arco di tempo molto più ampio,”nella vita”. Rispetto alle abitudini di utilizzo di internet sono emersi alcuni dati che riguardano alcuni comportamenti: l’85 % ha trascurato i compiti per stare online, il 78% ha avuto rimproveri da genitori ed amici, il 73% ha perso ore di sonno per stare collegati alla rete e l’89% – almeno una volta – è rimasto più tempo online di quanto desiderato.
Sulla base dei risultati relativi alle abitudini potenzialmente problematiche sono stati creati tre gruppi: nel primo circa la metà degli intervistati, sembra avere pochi o nessun atteggiamento problematico con l'”approccio” alla rete, il secondo (36%) ha qualche problema con la rete, mentre il terzo (16%) accumula quasi tutti gli atteggiamenti problematici rilevati dall’indagine e si concentra prevalentemente tra i maschi di età compresa tra 15 e 17 anni.
Due abitudini in particolare emergono in questo gruppo: la perdita di ore di sono per stare online fino a tardi e il sentirsi nervosi quando non si è collegati.
Rispetto all’accesso al deep web e al dark web, il 10 % riferisce di aver avuto accesso al primo e il 6% al secondo. Uno su tre intervistati dichiara inoltre di conoscere almeno un minorenne che ha avuto accesso al deep web e uno su cinque di conoscerne uno che è stato sul dark web. Quello che i ricercatori sostengono è che nell’immaginario dei giovani questi due ambiti sono molto presenti e che quindi sarà necessario mettere a punto strumenti di prevenzione efficace rispetto ai potenziali rischi connessi al loro futuro utilizzo.
CONSUMI IN RETE. Giovani naviganti tra sostanze e dark web.
Consultabile presso il CESDA