I dati in Italia degli ultimi due anni sul gioco d’azzardo fotografano una diminuzione di giochi e giocatori in presenza e di un aumento dell’azzardo online, come ovvio riflesso delle chiusure delle sale giochi a causa della pandemia. Attraverso il racconti di un caso di azzardo patologico che ha coinvolto un gruppo di giovani ragazzi di Napoli, il dott. Pasquale Riccio riflette sui ritardi della politica nella regolazione più stringente del gioco d’azzardo e nella prevenzione del gioco d’azzardo patologico. In assenza di interventi legislativi di fondo, possibili solo in sede nazionale, le istituzioni locali possono sì legiferare su alcuni aspetti del problema, ma analizzando la situazione della Campania emerge come ciò si scontri con forti interessi criminali.
Di seguito, alcuni stralci dell’articolo pubblicato sul sito “Gli stati generali”: “Dovrebbe anche impegnare lo Stato ad elaborare un progetto sul tipo di società che intende proporre alle nuove generazioni, approvando, finalmente, una Legge che regoli l’intera materia stabilendo limiti alle giocate ed interventi puntuali ed immediati per evitare che le persone finiscano nella dipendenza patologica.
R. No. Il documento cui si riferisce era una proposta di Legge approvata dalla Commissione della Camera dei Deputati, non trasformata in Legge per lo scioglimento anticipato del Parlamento. La nuova Legislatura non ha ancora trovato il tempo per discutere quella proposta nonostante: le pressanti conclusioni esposte nella ultima Relazione sui lavori della Commissione Antimafia sull’argomento; e la costante e perenne contraddizione di uno “Stato biscazziere” che dichiara lotta alle mafie nel tentativo di riaffermare la legalità sul territorio e, contemporaneamente, le alimenta, con diversi miliardi, in maniera “legale” attraverso le concessioni delle sale d’azzardo, e consente loro la possibilità, attraverso l’azzardo, di ripulire danaro illecito e di trasferirlo nei paradisi fiscali.
D. E le altre Istituzioni cosa hanno prodotto nel frattempo?
R. Alcune Regioni ed alcuni Comuni, con i limiti loro imposti dai legami con il territorio, nel tentativo di arginare il dramma della dipendenza che oggi è una vera e propria “epidemia dimenticata” (le persone con DGA superano i due milioni e mezzo), si sono attivate con Leggi e Regolamenti proponendo soluzioni diverse, secondo le diversità del territorio e del partito dominante, riuscendo, così a creare una situazione di caos generalizzato in cui diventa difficile orientarsi. E, come se non bastasse, le normative più stringenti vengono attaccate a seconda dei cambiamenti politici (es. Piemonte e Lazio). Come se una epidemia possa essere di destra o di sinistra!
D. Qual è la situazione in Campania?
R. Il Comune di Napoli, nel dicembre 2014 ha approvato un ottimo Regolamento entrato in vigore a gennaio 2015 con un termine di cinque anni per permettere alle sale gioco insediatesi, nel frattempo, a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, di spostarsi per rispettare la norma. Gli spostamenti sarebbero dovuti avvenire, quindi, dal gennaio 2020; il 10 febbraio 2020 la Regione ha approvato una Legge che al contrario stabilisce che le case gioco, precedentemente insediatesi all’interno dei luoghi sensibili, non dovessero spostarsi, salvo insignificanti eccezioni. Ad oggi, la Legge, dopo 22 mesi, non è ancora applicata nonostante una previsione tempistica molto stringente ed a nulla sono valsi gli interventi sui mass media e le richieste di incontri da parte della Campagna “Mattiamoci in Gioco”, che aveva partecipato alla stesura ed alla discussione della proposta di Legge in sede preventiva e che, oggi, pur non condividendo alcune norme approvate, ritiene, comunque, utile e necessario l’attuazione di quanto deliberato. L’unico risultato prodotto ad oggi è la inapplicabilità del Regolamento Comunale di Napoli!
D. Quindi pensa ad un complotto?
R. Non credo ai complotti. Credo, invece, che analizzando le date, ci sia una precisa posizione dei gestori del gioco d’azzardo, che, appoggiata, non su loro richiesta, ma pesantemente, dalla malavita organizzata, cerchi di congelare la situazione. Sospetto che la Legge Regionale sia stata approvata solo per motivi elettorali, vista la scadenza della primavera del 2020 e che non si voglia fare una vera e profonda lotta alla malavita organizzata che nel gioco d’azzardo guadagna e ricicla. Se ancora una volta lo Stato e la Regione non si attiveranno per riaffermare la legalità, i dubbi diventeranno certezze!”