CONSUMI DI ALCOL E TABACCO NEL RAPPORTO ISTAT SUL BENESSERE

data di pubblicazione:

30 Marzo 2021

Si moltiplicano in questo periodo gli studi e gli articoli che provano a tracciare dei bilanci e delle tendenze rispetto alle conseguenze della pandemia Covid-19, iniziata nel nostro paese poco più di un anno fa. Istat ha recentemente presentato il rapporto annuale sul benessere equo e sostenibile in Italia, che contiene alcuni dati sulla salute e sui consumi di sostanze legali (alcol, tabacco). Nel 2020 in Italia l’indice di salute mentale assume il valore di 68,8. Rispetto al 2019, emergono tendenze differenti in sottogruppi di popolazione, in particolare peggiora la salute mentale per le persone di 75 anni e più di entrambi i generi, così come delle persone sole nella fascia di età 55-64, soprattutto al Nord. L’indice di salute mentale peggiora anche tra le giovani donne di 20-24 anni e a livello geografico la tendenza al peggioramento è più marcata in Lombardia, Piemonte, Campania e Molise.

Rispetto al consumo di sostanze legali, “Diminuiscono i fumatori nelle regioni dell’Italia centrale (dal 21,3% al 19,2%) e, viceversa, aumentano nelle regioni dell’Italia settentrionale (dal 17,9% al 19%), con un aumento della convergenza territoriale. L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini (22,2% contro 15,7%); tuttavia nel tempo tale distanza si è notevolmente ridotta a causa di una forte diminuzione dei fumatori tra gli uomini, a fronte di una sostanziale stabilità tra le donne. L’abitudine al fumo risulta più elevata a partire dai giovani di 20-24 anni e si mantiene abbastanza stabile fino alle persone di 60-64 anni, mentre si riduce nelle fasce di età successive.

L’abitudine al consumo di alcol a rischio ha riguardato nel 2020 il 16,8% della popolazione di 14 anni e più. Dopo una significativa flessione registrata nel 2019, nel 2020 ci si attesta nuovamente sui livelli registrati nel periodo 2015-2018. Le abitudini più rischiose nel consumo di alcol si confermano essere maggiormente diffuse nelle regioni del Nord (19,5%), rispetto al Centro (15,9%) e specialmente al Mezzogiorno (13,7%). Rispetto al 2019, si osserva un aumento significativo specialmente nelle regioni del Nord (+1,7 punti percentuali). Si mantiene forte anche nel 2020 il differenziale di genere, con una quota maggiore di uomini con abitudini di consumo a rischio di bevande alcoliche; nel tempo, tuttavia, come già osservato per altri fattori di rischio considerati, si riduce la distanza di genere e i comportamenti delle donne si vanno allineando maggiormente a quelli degli uomini. Le quote più elevate di consumatori a rischio si ritrovano tra i minori (29,4%), seguiti dai giovani di 18-24 anni (20%) e dalle persone di 65 anni e più (18,8%). I comportamenti di consumo a rischio che caratterizzano questi ultimi due gruppi di popolazione sono nettamente differenti: più legato al consumo eccessivo, specialmente nel fine settimana, il comportamento dei primi, mentre di tipo giornaliero non moderato quello dei secondi.”

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