REFERENDUM CANNABIS IN NOVE STATI USA: LA NUOVA LOBBY PRO-CANNABIS

data di pubblicazione:

2 Novembre 2016

usa cannabisIn concomitanza con le elezione presidenziali, in ben nove stati USA, fra cui California e Massachusetts, si terranno a breve attesi referendum sulla cannabis. I quesiti a cui dovranno rispondere gli elettori riguardano la legalizzazione della cannabis o la cannabis terapeutica. Fra le principali novità di questa tornata referendaria, Luca Marola in un articolo per Fuoriluogo segnala la discesa in campo di un inedito schieramento pro-cannabis. Analizzando infatti le donazioni effettuate a favore dei comitati che si battono per la legalizzazione della cannabis o per la cannabis terapeutica, decisive per investire soldi in pubblicità per convincere gli indecisi, sorprende la forza con cui la lobby della cannabis legale sta intervenendo nella campagna. “I comitati referendari dei nove stati – California, Arizona, Nevada, Maine, Massachusetts per la cannabis non terapeutica e Florida, Arkansas, Montana e North Dakota per quella terapeutica – hanno raccolto complessivamente 38,7 milioni di dollari contro 11,9 milioni dei comitati che si oppongono al cambiamento legislativo. Due terzi dei “grandi donatori” (quelli che offrono almeno 5.000 dollari) hanno interessi finanziari diretti nel business della cannabis“. Questo fatto segna un cambiamento rispetto al passato, anche recente, in cui le lobby avverse alla cannabis legale avevano sempre dimostrato una capacità di mobilitazione e una potenza finanziaria superiori ai sostenitori della cannabis legale. Ma con le leggi approvate negli ultimi anni da alcuni stati USA per la legalizzazione della cannabis o per la cannabis terapeutica, si è venuto a costituire un fronte di interessi commerciali e industriali che preme per un’estensione della cannabis legale in tutto il paese. Se una parte degli attivisti pro-cannabis appare preoccupata che gli interessi economici in gioco snaturino il senso delle lotte anti-proibizioniste, un’altra parte interpreta con favore il sostengo, anche finanziario, dell’industria della cannabsi legale ai nuovi referendum. Come riassume Marola, “E’ evidente la trasformazione in atto negli Stati Uniti del movimento pro cannabis che via via sta perdendo la sua connotazione prettamente politico-libertaria e di movimento con l’approdo nella contesa di un settore economico in grande potenziale espansione; solo col tempo si capirà se tale trasformazione sia positiva ed efficace oppure snaturi alla radice il movimento antiproibizionista.”

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