DISTURBI ALIMENTARI E ALTERAZIONE DEI PROCESSI COGNITIVI E DEL CIRCUITO CEREBRALE

data di pubblicazione:

29 Febbraio 2016

cover201503bpRecenti ricerche nel campo delle neuroscienze hanno mostrato che il cibo attiva i circuiti cerebrali associati alla ricompensa e al desiderio, ponendo in evidenza le similitudini esistenti tra disturbi alimentari e dipendenza da sostanze. In entrambi i casi si possono osservare deficit a livello di auto-controllo, che si manifestano in alterazioni dei circuiti e dei processi cerebrali della ricompensa e dell’inibizione. Tuttavia, se per diversi aspetti è quindi così possibile interpretare i disturbi alimentari come un caso specifico all’interno delle dipendenze, il cibo presenta la peculiarità, fra le altre, di essere un elemento necessario -a differenza delle sostanze- per la stessa sopravvivenza. E’ noto che nella società odierna le scelte e le abitudini alimentari sono sottoposte a molte tensioni e pressioni: un’adeguata nutrizione, in grado di bilanciare la gradevolezza del gusto dei cibi e il loro valore nutritivo, appare contrastata dall’impulso ad assumere più nutrienti di quelli necessari per il buon funzionamento. In questo complesso quadro, le ricerche delle neuroscienze hanno dimostrato che il cibo ha un forte valore di ricompensa, con precisi correalti neurali, che può determinare fenomeni di dipendenza e d’abuso simili a quelli osservati nelle dipendenze da sostanze.

Mengotti e Foroni riepilogano, nella seconda parte dell’articolo, le ricerche e gli studi sperimentali sulle aree cerebrali più coinvolte nella precezione dei cibi. E’ interessante notare, ad esempio, come i cibi ad alto contenuto calorico e i cibi più desiderati attivano maggiormente la corteccia orbito-frontale, area cerebrale determinante sul piano del riconoscimento degli stimoli olfattivi, gustativi e sensoriali. In conclusione, “Dai risultati delle ricerche riportati si deduce che il cibo è uno stimolo molto potente, capace di attivare estesi circuiti cerebrali, in equilibrio tra desiderio e inibizione (…) Abbiamo visto precedentemente come, in caso di sovrappreso o di disturbi alimentari conclamati, questi circuiti cerebrali possano essere alterati e malfunzionanti. Il cibo può quindi divenire vero e proprio oggetto di dipendenza, assumendo il controllo dei processi cerebrali legati alla ricompensa e all’inibizione. Il cibo, da alimento necessario alla sopravvivenza, può divenire una vera e propria sostanza d’abuso“.

Mengotti P., Foroni F., 2015, Il cibo tra desiderio e inibizione: processi cognitivi e correlati neurali, Medicina delle dipendenze, Marzo, V, 17, pp. 45-49.

Articolo disponibile c/o CESDA

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