LE SOSTANZE NOOTROPICHE: ALLA RICERCA DELLA MASSIMA PRODUTTIVITA'

data di pubblicazione:

28 Maggio 2015

indexUn interessante articolo del quotidiano Repubblica propone un approfondimento sulle sostanze nootropiche. L’assunzione di queste sostanze negli USA sta diventando un fenomeno sociale che, in pochi anni, si sta diffondendo dagli ambienti dei creativi e dei professionisti del mondo informatico agli studenti universitari e ad altre fasce sociali. Non è casuale che fra i principali consumatori delle sostanze nootropiche si annoverino programmatori e ricercatori, in quanto il principale effetto di tali sostanze è di agire con potenza sulle facoltà cognitive, intensificandole e riducendo la percezione di stanchezza psico-fisica. “Usate per trattare malattie degenerative del sistema nervoso centrale come il Parkinson’s, l’Alzheimer e la Sclerosi Multipla, le nootropiche vengono ritenute in grado di aumentare le capacità cognitive della persona che ne fa uso (…) Ma piuttosto che interessare il sistema muscolare le nootropiche esercitano principalmente un effetto diretto sui meccanismi integrativi del cervello incrementando il rilascio di neurotrasmettitori, ormoni ed enzimi che ne migliorano l’ossigenazione e stimolano l’attivazione neuronale. Il loro uso determina l’aumento della vigilanza corticale, della selettività della corteccia telencefalica del cervello e sono particolarmente efficienti nel ristabilire funzioni cerebrali compromesse da malattie e condizioni degenerative di origine genetica.  Non tutte le sostanze nootropiche sono però di origine sintetica. Molte derivano da cibi che fanno parte nella nostra dieta quotidiana, in genere ricchi di acidi grassi e nutrienti bioattivi, o anche piante, tuberi, radici, fagioli e cortecce che possono essere usati come integratori dietetici e spezie aromatizzanti.Non mancano però anche i farmaci convenzionali, come il Ritalin, il Modafinil, le ampakines, l’Adderall, l’Aniracetam, il CILTEP e la metilcobalamina. Ma che si tratti di ritrovati naturali o farmacologici, hanno tutte lo scopo di conferire una marcia cerebrale in più a coloro che ne fanno uso”.

Dato il loro successo commerciale, sono iniziati anche i primi studi per testarne tossicità, criticità ed effetti collaterali, che però finora non hanno dato esiti particolari. E’ presto, chiaramente, per valutare gli eventuali effetti avversi sul lungo periodo delle sostanze nootropiche. Ne viene comunque sconsigliato l’uso alle persone di età inferiore ai 25 anni, in quanto il loro cervello è ancora in fase di sviluppo.

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