DEFICIT INIBITORI E DIPENDENZA DA SOSTANZE

data di pubblicazione:

9 Ottobre 2015

images2I deficit nell’inibizione del controllo comportamentale stanno ricevendo dai riceratori un’attenzione crescente in quanto possibile fattore nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza da sostanze. Tuttavia, le prove disponibili in grado di attestare il ruolo e l’incidenza di tale deficit sono a ora piuttosto limitate. La meta-analisi effettuata da un gruppo di ricercatori australiani ha analizzato i risultati di 97 studi, in cui vi è comparazione fra due gruppi, il primo composto da individui con gravi disturbo d’uso da sostanze o con disturbi del comportamento, e l’altro di controllo. Gli studi analizzati utilizzano in genere due paradigmi sperimentali comunemente usati per misurare il grado di inibizione, i tempi di reazione agli stimoli e gli errori commessi: il Go/NoGo task, e il Stop-Signal Task. I risultati della meta-analisi attestano che i deficit inibitori erano evidenti per individui con uso problematico e dipendenza di cocaina, MDMA, metamfetamine, tabacco e alcol (e, a un grado minore, per i forti bevitori non dipendenti), e nei giocatori patologici. Dall’altra parte, non si sono evidenziati riscontri significativi per il deficit di inibizione per consumatori di oppiacei e cannabis, e risultati contraddittori sono stati ottenuti per individui con dipendenza da internet. In generale, la review ha quindi confermato il nesso esistente da una parte fra individui con uso problematico e dipendente di sostanze (anche se ciò non è valido per tutte le sostanze), disturbi del comportamenti e dall’altra con la menomazione nel controllo inibitorio.

Smith J et alter, 2014, Deficits in behavioural inhibition in substance abuse and addiction: a meta-analysis, Drug Alcohol Dependence, Dec 1;145:1-33.

doi: 10.1016/j.drugalcdep.2014.08.009..

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