CANNABIS: LE VIE AMERICANE DEL BUSINESS FRA START UP E SOCIAL NETWORK

data di pubblicazione:

2 Ottobre 2015

imagesLa legalizzazione della cannabis in alcuni Stati degli USA -ricordando però che la marijuana rimane una sostanza proibita a livello federale- sta aprendo opportunità economiche fino a poco tempo fa difficilmente immaginabili. Fra start up -termine con il quale si designano le nuove imprese caratterizzate dall’uso di tecnologie digitali- e social network dedicati in vario modo alla cannabis, appare lampante che la tendenza allo sfruttamento economico della cannabis attira sempre più interessi e attenzione. E’ in corso, anche se ancora alla fase embrionale, la costituzione di una filiera economica specifica basata sulla cannabis. Un articolo di Repubblica fa il punto sulla questione: “Per la marijuana è arrivato il ” momento startup”: il momento in cui i giovani imprenditori applicano il loro talento e le tecnologie digitali per costruire nuove aziende, legali naturalmente, basate sulla coltivazione, la distribuzione, il commercio e il consumo dell’erba più famosa del mondo: la cannabis. Tecnicamente, uno stupefacente; in molti paesi, una droga e quindi vietata. Ma negli Stati Uniti, anche grazie alla spinta di alcuni referendum popolari, le cose stanno cambiando. In fretta. Quanto in fretta lo si è visto all’ultimo “TechCrunch Disrupt” di San Francisco. Di fatto è l’Olimpiade degli startupper: si candidano in migliaia, ne vengono scelti 25 per la selezione finale, e poi in sei si giocano il titolo di campione, ovvero 50 mila dollari ed una coppa che di solito attira investimenti milionari dei venture capitalist.

La settimana scorsa l’evento annuale è andato in scena al ” Pier 70″ di San Francisco, un monumentale edificio affacciato sulla baia, che un tempo aveva un utilizzo industriale e oggi è tutto ruggine e polvere. Invaso di ragazzi che sognano di diventare milionari, ha il suo fascino. Che fosse un’edizione speciale lo si è capito dal primo giorno quando sul palco è salito Snoop Dogg, il famosissimo rapper. Era lì per lanciare una nuova piattaforma editoriale “Merry Jane”: ” Mary Jane” è uno dei modi popolari di chiamare la marijuana; ” Merry Jane” è per mettere in evidenza l’uso felice (” merry”, come il Natale) dell’erba. “Lo faccio per far uscire i consumatori dal gabinetto e fargli ammettere con tutti che gli piace fumare”. Praticamente, un social network per fare outing. Sarà online a fine ottobre, per ora ci si può solo iscrivere lasciando la propria mail. Ma la sorpresa è stata la gara. La vittoria finale se la sono giocata una startup legata agli orti, Agrilyst (che poi ha vinto), e la prima startup del mondo dedicata alla marijuana. Si chiama GreenBits e di fatto è un software gestionale che aiuta i commercianti che vendono l’erba”.

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