USO DI ALCOL IN GRAVIDANZA E RITARDO NELLO SVILUPPO PUBERALE NEI RAGAZZI

data di pubblicazione:

8 Agosto 2014

AlcoholAlcoholismStudi epidemiologici hanno sollevato interrogativi sulle conseguenze, dal punto di vista riproduttivo, dell’esposizione dell’utero all’alcol. Se è possibile in generale affermare che gli stili di vita delle madri hanno un effetto importante sulle modalità dello sviluppo in età puberale, l’impatto dell’esposizione all’alcol prenatale sulla pubertà maschile è stato poco studiato.

Perciò, obiettivo dello studio è di esaminare questo aspetto specifico, attraverso un follow-up di una coorte di donne danesi in gravidanza. In totale, i partecipanti allo studio sono 2.522 figli di donne che hanno partorito tra il 1984 e il 1987.

Gli indicatori di sviluppo puberale principalmente analizzati sono stati quattro: la prima emissione notturna, il cambiamento di voce, l’acne e il farsi la barba regolarmente. I risultati mostrano una correlazione fra l’esposizione, durante la gravidanza, ad alcol e il ritardo allo sviluppo puberale riguardo alla prima emissione notturna e al cambiamento di voce. Va però precisato che in entrambi i casi la correlazione fra ritardo del cambiamento di voce o la prima emissione notturna e l’esposizione ad alcol durante la gravidanza della madre, pur presente, non è molto significativa e riguarda consumi elevati di alcol (almeno cinque episodi di binge drinking nel periodo di gravidanza). Invece, la correlazione fra consumo settimanale e ritardo dello sviluppo puberale non è statisticamente significativa.

In conclusione, gli autori dello studio ritengono che i risultati raccolti non supportino l’ipotesi che l’esposizione al consumo settimanale di alcol sia un fattore di rischio per uno sviluppo puberale alterato, ma piuttosto che esso possa determinare uno sviluppo puberale ritardato per quei ragazzi le cui madri hanno consumato forti quantità di alcol.

Håkonsen L.B., Brath-Lund M.L., Hounsgaard M.L., et al, In utero exposure to alcohol and puberty in boys: a pregnancy cohort study,
BMJ, Open 2014;4:e004467.doi:10.1136/bmjopen-2013-004467.

Disponibile c/o CESDA.

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