UN MESE SENZA ALCOL

riflessioni e considerazioni sull'esperienza del Dry Genuary Inglese

Le prove scientifiche di questi benefici però tendono a diminuire man mano che si allunga il tempo dalla fine dell'astinenza e il rischio è che si formi "(...) l’idea che una disintossicazione di un mese ti prepari al resto dell’anno, tipo pulizie di primavera, e credo non esista alcuna prova scientifica», ha detto a Wired l’epatologo inglese Gautam Mehta, coautore dello studio pubblicato sul British Medical Journal."

data di pubblicazione:

21 Gennaio 2023

Il DRY JANUARY è una iniziativa che promuove, per tutti gli aderenti, l’astinenza per tutto il mese di gennaio dal consumo di bevande alcoliche di ogni tipo. Iniziativa che esiste da 10 anni nei paesi anglosassoni e che nel tempo è diventata sempre più popolare, raggiungendo la cifra di 130.000 persone che nel 2022  hanno aderito alla campagna portata avanti dall’associazione Alcohol Change UK.

All’aumentare della popolarità sono aumentate anche le riflessioni e considerazioni sul valore e significato dell’iniziativa. Se è noto che un periodo di astinenza possa apportare dei benefici alla salute e cambiamenti positivi negli stili  di vita nel breve e medio termine, “(…) non è chiaro tuttavia quanto questo tipo di sospensione dell’assunzione di alcol possa riflettersi in benefici duraturi e a lungo termine nel caso di persone il cui consumo abituale sia eccessivo, problematico o patologico.” Uno degli studi effettuati per valutare l’efficacia di questa astinenza è quello effettuato
“(…)  dall’ University of Sussex guidata dallo psicologo Richard de Visser e condotta su oltre 800 partecipanti al Dry January del 2018. Questa mostrò che tra quelle persone non bere nel mese di gennaio aveva favorito una generale riduzione nel consumo di alcol riscontrabile ancora ad agosto. Erano mediamente diminuite sia la frequenza delle sbornie (da 3,4 a 2,1 al mese), sia i giorni della settimana in cui le persone bevevano (da 4,3 a 3,3), sia le unità di alcol assunto in quei giorni (da 8,6 a 7,1). Le persone riferirono inoltre notevoli benefici immediati tra cui un risparmio economico rilevante, una migliore qualità del sonno e una perdita di peso.”
Anche un altro studio, pubblicato nel 2018 sul British Medical Journal e che aveva preso come campione consumatori considerati moderati, riporta benefici non solo sul peso e sul sonno, ma anche “(…) sulla funzionalità epatica e in termini di riduzione dei rischi cardiovascolari e del rischio di sviluppare il diabete.”
Le prove scientifiche di questi benefici però tendono a diminuire man mano che si allunga il tempo dalla fine dell’astinenza e il rischio è che si formi “(…) l’idea che una disintossicazione di un mese ti prepari al resto dell’anno, tipo pulizie di primavera, e credo non esista alcuna prova scientifica», ha detto a Wired l’epatologo inglese Gautam Mehta, coautore dello studio pubblicato sul British Medical Journal.”
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione potrebbe essere quello che “Smettere di bere per un certo periodo prolungato potrebbe inoltre comportare un rischio di “effetto rebound”, e cioè la possibilità che l’interruzione sia seguita successivamente da un consumo superiore rispetto al consueto. Secondo un’analisicondotta nel 2015 dal gruppo di ricerca della University of Sussex su un gruppo di partecipanti al Dry January, l’11 per cento delle persone che avevano aderito all’iniziativa ma senza portarla a termine aveva successivamente consumato più alcol del solito. Tra quelle stesse persone, a distanza di sei mesi, era inoltre significativamente più alta la frequenza delle sbornie rispetto a quella riferita dalle persone che avevano completato il Dry January.”
L’iniziativa è sicuramente positiva a livello di salute pubblica, ma ogni persona deve trovare un significato personale quando decide di aderire, secondo “(…) Ian Hamilton, esperto di dipendenze del Dipartimento di scienze della salute alla University of York, per alcune persone le probabilità che un cambiamento nelle abitudini di consumo di alcol sia stabile aumentano se quel cambiamento viene inteso non come «un processo binario, “bere” o “non bere”» ma più come un processo graduale. Questo approccio predispone inoltre a considerare eventuali insuccessi nel mantenere fede ai propri propositi in un senso non catastrofico e non colpevolizzante: sentimenti che tendenzialmente generano un’auto-approvazione deleteria a proseguire nell’abuso.”
L’articolo si chiude riportando alcune considerazioni di tipo sociologico: il Dry January  si potrebbe leggere anche “(…) come un modo per provare ad affermare o ripristinare un qualche tipo di controllo sociale sul consumo di alcol, a fronte di una disponibilità materiale oggi sostanzialmente illimitata.
Alcuni studiosi “(…) lo considerano, in altre parole, un modo per applicare una moderazione che storicamente è sempre passata attraverso rituali e norme culturali: norme peraltro ancora presenti in diversi contesti e che limitano molto, per esempio, il consumo di alcol da soli e non in gruppo.”

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