IL DISTURBO DA GIOCO D'AZZARDO NEL TEMPO COVID-19

data di pubblicazione:

7 Settembre 2020

Il 31 gennaio 2020 in Italia viene dichiarata emergenza sanitaria nazionale a fronte dell’aumento dei contagi di Covid-19, a partire da fine Febbraio 2020, sono stati emessi una serie di decreti governativi e ordinanze regionali volte a limitare il contagio.
Tali restrizioni hanno coinvolto anche l’ambito del gioco d’azzardo: il DPCM del 9 marzo estende la chiusura di sale gioco, sale scommesse, sale bingo a tutto il territorio nazionale, seguito dal DPCM del 11 marzo che indica la chiusura dei bar; in seguito al DPCM del 22 marzo, i Monopoli di Stato decidono di sospendere le estrazioni dei giochi come il SuperEnalotto.
Un’altra area di interesse è quella del mondo dello sport, con la sospensione di tutti gli eventi e competizioni sportive e, di conseguenza, la
cancellazione di grandi eventi sportivi che interesserà da vicino le operazioni di bookmaker di scommesse sportive sia terrestri sia online.
Nel mese di marzo, il Codacons richiede, attraverso il suo presidente Carlo Rienzi, il divieto di vendita dei biglietti “Gratta&Vinci” in tutta Italia.

Secondo la Rete dei centri di documentazione sulle dipendenze patologiche della Regione Toscana (Retecedro.net) la previsione degli esperti valuta che nel 2020 il mercato del gioco d’azzardo avrà una riduzione delle entrate almeno dell’8%, determinata dall’emergenza Covid-19.
L’agenzia specializzata Agipronews in un articolo del 02 marzo 2020 riporta che, secondo le stime degli operatori del settore apparecchi (slot e Vlt), in Lombardia si registra un calo del 50% nella settimana precedente, in seguito all’ordinanza che limita l’accesso ai luoghi pubblici (in cui ricadono le sale slot e scommesse). Nei 15 Comuni della “zona rossa”, la raccolta di gioco è azzerata. Si stima invece un calo del 30-40% per il settore in Emilia-Romagna e Veneto.
Tutto questo ha permesso un’impennata del gioco d’azzardo online. Da un rapporto della società Sensor Tower, i download delle app dedicate al gambling sono aumentati del 40% in tutto il mondo nel mese di febbraio. Oltre 220 milioni di download sono stati effettuati in Cina dal 2 febbraio 2020, poiché la maggior parte degli utenti ha scaricato giochi, dando una spinta al settore del gioco online quantificabile in circa 150 miliardi di dollari.
Scenari simili anche nel resto d’Europa. Infatti, alla luce dell’epidemia del coronavirus e delle restrizioni poste dal governo britannico ai propri cittadini, la Gambling Commission ha stabilito di effettuare un costante monitoraggio delle operazioni che i giocatori svolgeranno sui siti di gioco d’azzardo online, anche attraverso la Helpline attiva in questo periodo storico in cui molte persone sono costrette a rimanere a casa.
La Gambling Commission ha stilato dei punti rivolti proprio ai consumatori per proteggerli dai rischi del gioco d’azzardo patologico: usare la possibilità di stabilire la spesa massima giornaliera, verificare che il sito abbia l’autorizzazione a offrire gioco e avere accesso allo storico delle attività dell’account.
Anche il regolatore del gioco pubblico danese ha pubblicato sui suoi canali social e sul sito ufficiale, una guida per sensibilizzare i giocatori durante il periodo di reclusione dovuto al virus. Chi sceglie di giocare, in queste giornate, dovrebbe usare alcune accortezze per evitare di farsi prendere troppo la mano. Una buona idea potrebbe essere quella impostare un intervallo di tempo da dedicare al gioco, prima di iniziare una partita, magari impostando una sveglia sul proprio telefonino, oltre a impostare un limite di spesa per la propria attività di gioco. A tal proposito, ha ricordato che esiste la possibilità di autoescludersi dalla partecipazione a ogni forma di gioco con vincita attraverso il Registro denominato Rofus. Anche in questo caso, è attiva la Helpline StopSpillet.
In Belgio, invece, la lotteria nazionale ha registrato un calo delle vendite del 30% dall’inizio della pandemia di Covid-19 (fonte Brussels Times), da attribuire al fatto che le persone escono di meno e quindi giocano di meno, in un’atmosfera di ansia e incertezza.
Anche se le edicole rimangono aperte, le vendite sono comunque diminuite. Per questa ragione, il Governo ha deciso di correre ai ripari apportando alcune modifiche per tutta la durata della crisi: ha prolungato il periodo di validità dei biglietti vincenti (validi per 30 settimane anziché 20), per tener conto della possibilità che un vincitore non sia in grado di uscire o sia addirittura ricoverato in ospedale. Inoltre, i vincitori di somme superiori ai 100mila euro non saranno più obbligati a presentare il loro biglietto presso la sede della lotteria nazionale, bensì saranno contattati dall’operatore, che invierà un incaricato a ritirare il biglietto per la verifica. Infine, per consentire ai giocatori di rimanere il più possibile nelle loro abitazioni, il Governo ha stabilito la possibilità di giocare per i prossimi 10 concorsi in una volta sola.

Un altro aspetto da tenere in considerazione sarà ciò che avverrà nel periodo successivo alla crisi sanitaria: si preannuncia infatti un periodo di crisi economica, che può essere un terreno fertile per una delle motivazioni che spinge il giocatore a sfidare la fortuna, ovvero “l’aspettativa miracolistica di risolvere, attraverso il gioco, tutti i propri problemi economici” come riporta Alfio Lucchini, psichiatra e componente dell’esecutivo nazionale di FederSerD.

Osservazione clinica
L’effetto delle restrizioni di attività e movimentazione imposte dai decreti governativi e regionali ha avuto un impatto anche sul nostro servizio: l’attività clinica si è fortemente ridotta, limitandosi alle richieste urgenti, in alcuni casi ha dovuto addirittura fermarsi, trasformandosi, per i pazienti già in carico, in un monitoraggio telefonico; anche l’afflusso di nuovi pazienti si è molto ridotto.
Inoltre. il divieto di assembramenti ha comportato l’interruzione di tutte le attività di gruppo, comprese quelle di automutuo aiuto, come i Giocatori Anonimi.
In uno scenario così complesso e peculiare, ci si è trovati in una situazione del tutto nuova che ha portato ad alcune riflessioni.
Infatti, dai contatti telefonici avvenuti nel periodo di riferimento, i pazienti riportano di aver dovuto “forzatamente” smettere di giocare d’azzardo. Questa interruzione forzata sembra, dai racconti raccolti dai soggetti, fungere da limite esterno che aiuta a contenere l’impulso al gioco.

Conclusioni
A fronte dei primi dati di osservazione, ancora molto acerbi e preliminari, è interessante notare come le limitazioni governative in tema Covid 19 sembrano aver avuto per i pazienti con disturbo da gioco d’azzardo una funzione di limite esterno riducendo (o addirittura azzerando nella maggioranza dei casi) le situazioni e gli elementi a rischio di comportamenti di gioco, che ha permesso loro di implementare strategie di distrazione dall’impulso e comportamenti positivi e protettivi.
Tuttavia, permane il rischio di spostamento su altri comportamenti di dipendenza, sul gioco online o uno sviluppo di altri indicatori di malessere non specifici (sintomatologia ansioso-depressiva…), e il timore di ricaduta quando tale limite esterno cesserà di esistere.
I possibili focus del lavoro in questo periodo, che suggeriscono il mantenimento della relazione con il paziente anche a mezzo telefonico o online in attesa della ripresa dei colloqui vis-àvis, possono essere il rinforzo rispetto ai vissuti positivi legati all’astinenza dal gioco e il lavoro sul timore delle ricadute, anche in previsione degli esiti dal punto di vista economico di questa emergenza sanitaria, che potrebbero essere un fattore di rischio per comportamenti di gioco, alla ricerca di una soluzione rapida e magica dei danni economici conseguenti a questo lungo periodo di inattività produttiva.
È un ulteriore spunto di riflessione osservare come l’incremento dell’offerta avvenuto negli anni ’90, abbia influenzato il progressivo boom nel gioco d’azzardo, e come, al contrario, la ridotta disponibilità di questi mesi abbia contribuito a un notevole crollo nel volume di affari. Questo porta a riflettere sulla necessità che tutti gli sforzi per contrastare il DGA debbano riflettersi anche in cambiamenti organizzativi e legislativi.

Il Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) nel tempo dell’emergenza COVID-19
Caterina Galbiati, Ivan Limosani, Camilla Ciliberti, Laura Longo, Martina Turco, Fulvia Prever, Mauro Percudani
Articolo pubblicato su ALEA Bulletin, VIII n.2/2020

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