REMISSIONE SPONTANEA E DIPENDENZE

data di pubblicazione:

12 Ottobre 2016

changeIn un articolo pubblicato su “Il manifesto” e disponibile online sul sito di Fuoriluogo, Harald Klingemann, sociologo dell’Università di Scienze Applicate di Berna, promuove un’interessante riflessione su un tema poco dibattuto all’interno dei servizi di contrasto alle dipendenze: il self-change. Con self-change, traducibile “come cambiamento a partire da sé”, ma ancora meglio, nella sua accezione clinica, come “remissione spontanea“, Klingemann definisce “il processo attraverso cui una persona riesce a uscire da una condizione sfavorevole, non voluta, senza un aiuto professionale“. Essenziale, ai fini di un esito positivo del processo, è la ridefinizione da parte del soggetto di sé, del comportamento patologico/deviante e l’attivazione di strategie quotidiane di cambiamento. Il self-change è diffuso soprattutto nei consumatori di tabacco, ma in realtà secondo il sociologo esso interessa tutte le sostanze psicoattive. Tuttavia, la “visibilità” di queste pratiche è molto bassa, per la presenza di pregiudizi, radicati in parte anche nel personale specializzato nella cura contro le dipendenze, sull’incapacità dei tossicodipendenti di auto-determinarsi, ma anche per la rappresentazione dominante della dipendenza da sostanze come malattia, che implica necessariamente il ricorso a professionisti sanitari.  Klingemann elenca una serie di cambiamenti auspicabili per aiutare le persone dipendenti al self-change: “La più importante è la non volontà degli operatori di negoziare gli obiettivi del cambiamento e il trattamento con gli utenti, proponendo l’astinenza come obiettivo unico. Eppure, sappiamo che ci sono molte strade che conducono alla addiction, e altrettante per uscirne. Secondo: una società self change friendly cerca di facilitare l’auto cambiamento. Il self change può sembrare un termine individualistico, ma le condizioni del cambiamento, ossia il “capitale di recupero” (sociale e materiale) gioca un ruolo importante ed è distribuito in maniera diseguale. Per alcuni il cambiamento è più facile che per altri, e questi ultimi hanno diritto al trattamento”.

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